lunedì 23 marzo 2009

PLE e i grandi…

Di chi si parla: adulti in genere? Menti eccellenti che hanno lasciato il segno? Quelli che sanno… (Come si fa? Che cosa è? Come funziona?) …
Due immagini:
Il tutor del gran dottore (offeso per non essere stato citato a memoria) che incalza: «Le avevo raccomandato di fare gli esempietti pratici… Lei non ha letto i testi… Provi a dirmi con calma cos’è un PLE?»
Una persona nata nel 1921 che due anni fa ha acquistato un nuovo PC qualche manuale, un corso di inglese con CD-Rom, che molte sere ostinato come un ragazzino mi chiede informazioni, dicendomi lui come funziona il suo PC, perché lo saprà ben lui quello che dice, no?
Il destino vuole che entrambi abbiano lo stesso nome di battesimo ma, nella mia grettezza e cocciutaggine, resto convinto che il PLE me lo ha raccontato meglio il secondo…
Voi che dite?

PLE e i piccoli

La particolarità dell'ordine di scuola nel quale lavoro, mi ha, da sempre, aiutato a comprendere...
«Gli insegnanti ... ritengono che la dimensione educativa e progettuale della scuola dell’infanzia, si estenda dalla strutturazione finalistica e funzionale degli spazi, all’organizzazione strutturale razionalizzata del materiale ginnico, psicomotorio e di gioco.
E' in questo senso che l'arredo delle aule diventa una scelta ponderata sulla base delle esigenze dei diversi bambini e degli obiettivi educativi [e didattici] che gli insegnanti propongono durante ogni triennio di permanenza dei piccoli». Non sarà espresso in modo "tecnicamente" corretto, è decisamente un'espressione autoreferenziale, ma "la dice" molto lunga...
È un pezzettino del documento progettuale annuale della mia scuola, dal quale mi interessava rilevare come la formazione del pensiero, fin dalla sua origine nel bambino, non avviene in modo lineare e sequenziale ma rispetta logiche che inducono a predisporre attentamente ambienti e situazioni che forniscano utili opportunità più scodellare contenuti predigeriti... A questo punto il rischio è di apparir secchione e di riassumere più di qualcuno dei corsi seguiti alla IUL... Lasciamo tutto come sta... È abbastanza eloquente!

lunedì 16 marzo 2009

Connected...

Appunti da riflessioni, non recentissime tratte da: IS: Informatica e Scuola Hugony Editore
«Autunno 1971, abbandonato su un tavolinetto in puro cartonato di marmo, acquistato forse al’inizio degli anni ’60, in mezzo a due divani in similpelle bordeaux, si trova un libretto, edizione economica, copertina in cartoncino giallastro,titolo: Lettera ad una professoressa; autori: I ragazzi di Barbiana
Non era la classica pulce… Ma un vero e proprio tarlo che entrò, si moltiplicò e divenne parte di me, sangue del mio sangue.
Ma ora i figli dormono, si ritrova la calma, è il momento propizio per lavorare un po’: vediamo di preparare benino queste slide...»
Cose "vecchie"...
Credo che nel foglietto, redatto di corsa per compiacere un amico, sia ravvisabile appieno il senso di ciò che intendo per connessione, ma ora sbrighiamocela con l'ennesima birbonata:
Alunni e figli mi richiamano spesso alla realtà con la frase tipica «Ehi ma sei connesso? Papà hai capito cosa ti sto dicendo?» Connessioni... Interazioni... Apprendimento...

domenica 15 marzo 2009

Editing multimediale... @Andreas & c.

Dillo te, che a me vien da ridere...
Confessa, simpaticissimo professore, che nel fondo della tua mente passò un pensierino simile.
Provo a fare la persona seria, troppe volte, mi è già stato detto che devo saper adeguare il “tono”, qualcuno molto "tecnico" ha anche precisato oltre all'ambiente universitario ,anche al rapporto asimmetrico...
Ma per fortuna c'è... Discorso lungo... Riprenderemo.

Dicevamo: di iperbole in iperbole, falla te la curva che io penso al rettilineo, o per dirla alla Toschi: Ma non ti pare che in questo momento mi giri un po' troppo la testa per fare questi ragionamenti? Chiamiamoli vortici, chiamiamoli curva dell'iperbole, in questo momento l'impressione è quella di scivolare sulle parole, o meglio etichettare in maniera riduttiva un concetto che si percepisce non ancora ben definito del tutto.
Non me lo dire adesso che non si definirà mai più, potrei perdermi…

Con editing multimediale si potrebbe intendere l'elaborazione di un contenuto utilizzando più canali della comunicazione, sia sensoriali che mediatici.
In pratica oggi, forse a ragion veduta, si potrebbe tentare di definire editing multimediale come quell’operazione, frutto delle più disparate tecniche, che consente di esprimere il pensiero, proprio o altrui, in formato digitale.

Definizione apparentemente agghiacciante ma ricchissima.

Un po' di me

Sono un insegnante di scuola dell'Infanzia dal 1980,
lo so che c'era Fred Flinstone... Quasi trent'anni... A pensarci bene non mi sembra che sia trascorso tanto tempo, ho ancora in mente tante cose da fare...
Da dieci anni circa mi occupo anche di formazione del personale docente a vari livelli:
  • ho collaborato, fino a pochi mesi fa, con il gruppo "ICT nelle scuole" presente in USR Lombardia
  • collaboro con l'USP di Milano per l'organizzazione e la realizzazione di corsi inerenti processi innovativi e neoassunti
  • partecipo ad un gruppo di progetto, sempre in USR Lombardia per le nuove tecnologie e la disabilità (NT-D)
  • Assolvo a vari compiti all'interno dell'IC dal quale dipende la scuola dove presto servizio (Pero - MI)
  • Da tre anni ho iniziato a frequentare un corso universitario, gestito dalla IUL di Firenze.
Hobby: amo la pesca... E perciò mi piace riassumo con Papert:
“Naturalmente, oltre ad avere conoscenze sulla pesca, è necessario anche disporre di buone lenze, ed è per questo che abbiamo bisogno di computer e di sapere dove si trovano le acque più ricche…”

Ho fatto un po' di confusione, come al solito, ma spesso le acque torbide favoriscono buone catture...